Storia della maglia ai ferri

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L'inizio del lavoro a maglia non ha una datazione certa per la difficoltà di distinguere se le notizie pervenute riguardassero il lavoro eseguito ai ferri oppure quello a telaio.
Le prime notizie sicure provengono dalle tombe egiziane dove gli abiti sacerdotali scolpiti o dipinti ricordano la lavorazione a maglia.

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Sono state trovate sculture che risalgono al IV secolo a.C che hanno fatto ipotizzare che il lavoro a maglia fosse ormai entrato nella vita quotidiana, come dimostra una statua greca, nel Museo del Partenone ad Atene, Kore n 670, che sembra indossare un maglione come quello dei nostri tempi.
Dal V secolo a.C al XII secolo d.C si preferiva la lavorazione a coste 3 diritti e 3 rovesci oppure 7 diritti e 7 rovesci attribuendo a questi numeri e quindi alla maglia poteri magici. In Egitto, a Bahnasa, sono stati trovati numerosi capi lavorati a maglia che risalgono al IV e al V secolo.
Per poter vedere ed analizzare il primo reperto di lavoro a maglia, si dovrà aspettare d'arrivare all'epoca cristiana. Questo perché i manufatti più antichi o non hanno resistito alla deperibilità dei filati oppure semplicemente sono stati riciclati più volte dato che il maggior pregio del lavoro a maglia è quello di poter essere disfatto agevolmente e rimpiegato per ulteriori lavorazioni.

Nel V secolo la città di Bahnasa era abitata da Cristiani Copti, che erano scampati all'invasione degli Arabi e che avevano trovato rifugio presso i monasteri delle coste e delle isole irlandesi, come testimoniano i simboli copti e altri disegni tipici del periodo egiziano innestatisi sulla tradizione locale, fondendosi con i motivi celtici della regione. E cosi, grazie ai monaci irlandesi, i disegni furono trasportati alle Isole Aran e lì utilizzati nella realizzazione dei maglioni "irlandesi".
In queste zone la maglia perse la vivacità dei colori, ma acquistò il rilievo nella straordinaria varietà di punti che; eseguiti con la grossa lana non ritorta e non tinta delle isole Aran, riprodussero i più importanti disegni simbolici.
Quando il segreto di questi punti uscì dalle celle dei monaci e furono insegnati ai pescatori, ci fu una fusione tra i simboli delle famiglie locali e i clan. Ogni famiglia aveva il suo simbolo di riferimento in una serie di punti. Quando due gruppi, attraverso il matrimonio si imparentavano, la nuova famiglia ereditava i punti dei due clan di provenienza e in questo modo i punti Aran si diffusero nelle famiglie irlandesi.
In questa regione ad eseguire i maglioni erano gli stessi pescatori, mentre alle mogli veniva delegato solo il compito di filare la lana. Saranno le stesse maglie ad aiutare nell'identificazione delle vittime del mare.

Il filato più utilizzato era quello della lana, ma durante l'epoca romana e anche per tutto il Medioevo si usò il filo di ferro per realizzare le maglie delle armature dei soldati. Quando, in epoca più avanzata, venne importata la seta dall'Oriente, questa divenne il tipo di filato preferito dai papi e dai re. Vennero realizzati capi molto preziosi arricchiti spesso da fili d'oro che si univano al filato di seta.


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Anche se il lavoro a maglia non ebbe origine in Gran Bretagna, qui esso fu sempre tenuto in grande considerazione ed ebbe un fortissimo sviluppo: infatti sotto il regno di Elisabetta I, i magliai artigiani si erano organizzati in corporazioni con un preciso statuto. Non era facile diventare magliaio: il corso di apprendista durava tre anni e nei tre anni successivi bisognava dar prova di grande abilità. Era obbligatorio saper eseguire un grande tappeto a più colori e disegni, un paio di calze, un berretto, una tunica o un maglione: in pratica bisognava dimostrare di aver appreso tutte le tecniche.
Quando Elisabetta I ricevette in dono un paio di calze lavorate nell'isola di Jersey, contraccambierà concedendo agli isolani di esportare i loro prodotti in Inghilterra senza pagare dazio.
Questo provocherà una intensa produzione di lavoro a maglia che, già nel 1606, con un nuovo decreto governativo vieterà di sferruzzare durante la stazione del raccolto per evitare che le campagne vengano abbandonate.


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Fu proprio in quel periodo che William Lee inventò la prima macchina da maglieria, ma la regina Elisabetta I impedì di far utilizzare la macchina e l'inventore emigrò in Francia, dove il progresso incalzava. Il fratello di Lee ripropose con maggior successo l'uso della macchina per maglieria in Inghilterra e già alla fine del 1600 si possono annoverare numerose macchine per maglieria nella zona di Nottingham. Alcuni francesi, furono inviati appositamente a Nottingham per carpire il segreto della nuova macchina e riuscirono a ricostruire perfettamente il modello.


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Verso la fine del 1700, Joseph-Marie Jacquard riuscì a perfezionare la macchina inserendo la possibilità di utilizzare più colori contemporaneamente. Jacquard divenne famoso, tanto che il suo nome a tutt'oggi, sta ad indicare non solo il suo modello di macchina ma anche i punti a più colori lavorati a mano.

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Nella metà del 700 arriverà il cotone, prima poco usato perché importato da paesi lontani e difficile da filare a casa. Il cotone verrà utilizzato per copriletti, calze, pizzi e corpetti, nascerà la cuffietta bianca di cotone che diventa parte fondamentale del costume contadino e si realizzeranno berretti di ogni varietà. Vengono utilizzati i punti traforati e leggeri simili a veri e propri merletti.



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Nell'Inghilterra del 700 il lavorare a maglia veniva insegnato come virtù cristiana e si incominciava a lavorare a 4 anni, mentre la rivoluzione francese vedrà le tricoteuses in prima fila nelle esecuzioni dei nobili ghigliottinati.
Sempre nel 700 a Vienna nasce la moda di infilare delle perline colorate nel cotone bianco lavorandole sempre sul dritto del lavoro in modo da formare dei disegni simili a piccoli arazzi.


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Nel 1800 ci sarà il proliferare di telai da maglieria ormai molto perfezionati ed il lavoro manuale, non più competitivo, diventerà a poco a poco un passatempo. Le signore della borghesia sferruzzano pegni d'amore, borsette trapuntate di perline, puntaspilli e scialli. Ci si veste ancora di maglia, ma verrà realizzata solo quella sportiva come costumi da bagno, calze e mutandoni realizzati a macchina, mentre i capi per bambini sono realizzati a mano.

Durante la Prima Guerra mondiale, a differenza del punto croce, le donne sferruzzavano per i soldati al fronte: sarà una vera mania ed una schiera di mamme e fidanzate scaricheranno la loro apprensione lavorando anche sul tramvai ed a teatro, calde moffole e berretti per i loro uomini lontani.
Ma negli Anni Venti arriveranno Elsa Schiapparelli e Coco Chanel che vestiranno le dame di casacche di maglia e abiti di jersey. La diffusione della pratica sportiva incrementa l'uso della maglia come indumento pratico e comodo. 
Oggi non si sferruzza più per dovere ma per piacere e così non si realizzano più difficili calze, ma colorati maglioni.